L’amministrazione comunale di Pescara rivendica i risultati raggiunti e contrattacca sui ritardi segnalati dall’opposizione: “In 50 anni nessuna idea, oggi protestano per pochi mesi di ritardo”
PESCARA – Dopo le recenti dichiarazioni dell’Unione comunale del Partito Democratico sui ritardi nella realizzazione della sede unica della Regione Abruzzo nell’Area di risulta a Pescara, puntuale arriva la replica del sindaco Carlo Masci: «Noi facciamo cose che gli altri non sono riusciti nemmeno a immaginare».
Una risposta netta, che rivendica non solo l’avvio dei cantieri, ma anche un cambio di passo rispetto a decenni di immobilismo. «L’Area di risulta è stata per quasi quarant’anni il sogno proibito dei pescaresi – si legge nella nota giunta dal Comune – e tutti quelli che si sono cimentati in quella sfida l’hanno persa, oggi, invece, è finalmente realtà».
L’amministrazione respinge al mittente le accuse di ritardi, sottolineando che l’unico vero ritardo è quello “abissale” accumulato nei 50 anni precedenti, “quando mancavano idee, progetti e prospettive”. E rimarca con orgoglio ciò che è stato fatto in pochi anni: «Oggi sull’area di risulta il Comune ha già completato la prima fase di bonifica e, in questi giorni, sta facendo partire i lavori del parcheggio lato sud e parco, oltre alla gara per la progettazione del parcheggio centrale sotterraneo e della piazza/parco in superficie, mentre la Regione ha approvato il DIP (Documento di indirizzo progettuale) per la sede attesa da 55 anni».
Una risposta che non risparmia il Partito Democratico, accusato di “saper solo parlare e denigrare”. «Se il PD, nei tanti anni in cui ha governato ovunque, avesse avuto almeno un’idea – continua il primo cittadino – oggi non starebbe a protestare per qualche mese di ritardo fisiologico. Ma l’abbiamo già detto e ripetuto: il PD è bravo a parlare, non a fare».
In conclusione, l’amministrazione rivendica il proprio operato come un punto di svolta per la città: «Da quando ci siamo insediati in Comune e in Regione, a Pescara si sono concretizzate attività e opere fondamentali, che per anni erano rimaste ferme. La differenza è tutta qui: noi facciamo, loro parlano».