Nuova sede della Regione a Pescara, il Pd attacca: “Ritardo clamoroso dei lavori”

13 Settembre 2025
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Nuova sede regionale a Pescara, il Pd attacca: "Ritardo clamoroso dei lavori"

Dopo oltre 1100 giorni dalla firma del protocollo d’intesa, la Regione ha approvato solo ora il documento preliminare per la sede unica a Pescara, con mesi di ritardo e nessun cantiere avviato. Il PD denuncia criticità su costi, tempi, bonifiche ambientali, traffico e mancanza di coperture finanziarie

PESCARA – Sono passati 1100 giorni dalla firma del protocollo d’intesa tra Regione Abruzzo e Comune di Pescara (20 settembre 2022), ma solo ora arriva l’approvazione del Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP) per la nuova sede unica regionale. Per il Partito Democratico si tratta di un ritardo “clamoroso”, che rappresenta “un primo passo nella direzione sbagliata”.

Questa mattina l’Unione comunale del PD di Pescara, con il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Blasioli, i consiglieri comunali, i segretari dei circoli e il candidato sindaco del centrosinistra Carlo Costantini, si sono riuniti in Piazza della Repubblica per denunciare questo grave ritardo. Il documento, firmato il 6 febbraio 2025, è stato approvato solo il 4 settembre, con sette mesi di ritardo, nonostante fosse già pronto.

Il protocollo prevedeva anche la firma dell’accordo di programma entro tre mesi, ma ne sono passati cinque in più. Intanto, secondo quanto scritto nel DEFR 2024-2026, i lavori sarebbero dovuti iniziare tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Invece, oggi si parla ancora di linee guida per la progettazione, con almeno nove mesi di ritardo sull’apertura dei cantieri.

Per il PD il problema non è solo nei tempi: il progetto è giudicato anche sbagliato nella sostanza. Costruire la sede in pieno centro, in un’area già congestionata e tra le più densamente abitate d’Italia, significa aggravare il traffico e sacrificare spazio prezioso. «La nostra visione – spiegano i dem – è una città policentrica, dove la sede regionale sia occasione di riqualificazione delle periferie, non di cementificazione del centro».

Il progetto viene definito “a spezzatino”, frammentato e senza coperture: mancano 9 milioni per il silos nord, il silos sud costerà un milione in più per una variante tecnica, e l’area verde potrà essere realizzata solo dopo i parcheggi. Inoltre, secondo un documento ARTA, il terreno presenta contaminazioni simili a quelle già riscontrate nella zona adiacente, con una bonifica stimata in 2-3 milioni di euro, non previsti nel DIP.

Anche l’interramento della strada e la realizzazione dell’autostazione interrata per gli autobus extraurbani sono a rischio, poiché l’area è classificata a pericolosità moderata. Il progetto dell’autostazione ha già subito un aumento di 2 milioni e dovrà essere integrato con uno studio idraulico per garantire la sicurezza in caso di piena.

Secondo il nuovo cronoprogramma serviranno 9 mesi solo per il concorso di progettazione, mentre l’intera opera richiederà almeno 6 anni. Ma alla luce dei ritardi accumulati – 1100 giorni solo per il DIP – il PD solleva dubbi sulla credibilità delle nuove scadenze. Anche i tempi tecnici sono aumentati: da 525 a 690 giorni per progetto e gara, e da 2 anni e mezzo a oltre 3 anni per la costruzione.

Sul piano finanziario, la situazione è ancora più incerta. Per avviare il concorso di progettazione serve una norma “sostanziale” che autorizzi le risorse necessarie. Gli 1,9 milioni previsti da una legge del 2022 non risultano stanziati, e per coprire l’intero progetto serviranno circa 50 milioni di euro, che la Regione dovrà ottenere tramite un mutuo. Finché non ci saranno coperture, la procedura non potrà partire.

Nemmeno la questione parcheggi è stata chiarita: il DIP si limita a citare norme urbanistiche, senza indicare se i posti auto saranno nei silos o in parcheggi interrati da realizzare. Intanto, il Comune prevede già 100 stalli per le auto di servizio, rischiando di sottrarre altri parcheggi ai cittadini.

«Si tratta di un’opera costosa, inutile e dannosa – concludono i democratici – localizzata male, sovradimensionata e incapace di risolvere il problema della dispersione degli uffici regionali. La Regione si indebiterà, ma continuerà a pagare affitti. Chiediamo all’amministrazione di difendere la città, fermare questo progetto e ripensare tutto, evitando soluzioni parziali e non finanziate».

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