Al porto di Pescara è iniziata la caratterizzazione dei sedimenti dragati: i primi campionamenti interessano un lotto da 5.500 metri cubi, primo passo di un piano complessivo da 25.000 destinato a restituire piena funzionalità allo scalo abruzzese
PESCARA – Sono iniziate oggi le attività di campionamento dei sedimenti nel porto di Pescara effettuate dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa). L’obiettivo è quello di supportare le attività di dragaggio per restituire sicurezza alla navigazione e piena funzionalità allo scalo.
I tecnici hanno prelevato i campioni dal primo cumulo di 550 metri cubi, depositato nella vasca temporanea impermeabilizzata allestita in banchina sud, tra il porto commerciale e quello turistico. Domani sarà campionato il secondo cumulo e lunedì il terzo: entro l’inizio della prossima settimana saranno così analizzati tre cumuli su dieci, per un totale di circa 1.500 metri cubi, parte dei 5.500 metri cubi del primo lotto di dragaggio.
I campioni verranno sottoposti ad analisi chimiche, ecotossicologiche e granulometriche per stabilire il successivo utilizzo del materiale stesso. Secondo le stime tecniche, circa il 30% del materiale potrà essere reimmesso in mare, il 20% recuperato in edilizia, fino al 40–50% valorizzato con selezione granulometrica, ovvero separato in base alla dimensione dei granuli per individuare le frazioni riutilizzabili e quelle da smaltire; mentre una quota tra il 10 e il 20% dovrà essere smaltita off-site.
Il progetto complessivo riguarda circa 25.000 metri cubi di sedimenti, frutto dell’insabbiamento progressivo che negli anni ha ristretto la canaletta di accesso e creato criticità nelle aree di ormeggio e di bunkeraggio (cioè la zona del porto destinata al rifornimento di carburante). L’ultimo dragaggio risale al 2013, mentre la realizzazione della soffolta (cioè la barriera artificiale sottomarina realizzata per la difesa della costa) fra il 2022 e il 2023 ha accentuato l’accumulo di sabbie e fanghi.
Con questo intervento si avvia quindi la prima fase concreta del piano che, grazie alla sinergia di tutti gli enti competenti coinvolti, consentirà di restituire al porto pescarese condizioni di sicurezza per l’accesso e l’ormeggio.