Stefania Lepidi, ricercatrice aquilana, ha riportato una frattura al braccio nel deragliamento della funicolare di Lisbona che ha provocato 17 morti e una ventina di feriti. “Ero a terra, immersa nel sangue, vedevo i soccorritori tirare fuori i corpi”, ha raccontato al presidente dell’Ingv Fabio Florindo
LISBONA – “Ero a terra, sdraiata sul sangue, vedevo i soccorritori tirare fuori i corpi”. Ha la voce segnata dallo shock Stefania Lepidi, la ricercatrice aquilana dell’Ingv rimasta ferita nel tragico incidente di Lisbona costato la vita a 17 persone. A riferire le sue parole è il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Fabio Florindo, che l’ha sentita al telefono questa mattina. E’ stato lui stesso a raccontarlo all’ANSA.
“Mi ha riferito che fortunatamente era nella seconda seggiovia, che ha subito l’urto di quella che si è sganciata. Ha avuto una frattura scomposta al braccio, ma il peggio, mi ha raccontato, è stata l’intera, drammatica esperienza che ha coinvolto così tante persone”, spiega Florindo.
La ricercatrice era a Lisbona per seguire un appuntamento della Iaga, International Association of Geomagnetism and Aeronomy. “Torna domani in Italia, come programmato”, conclude Florindo. Lepidi viaggiava insieme al figlio, rimasto illeso.
L’incidente è avvenuto martedì alle 18:05, quando l’Elevador da Glória, la storica funicolare inaugurata nel 1885 e dichiarata monumento nazionale nel 2002, è deragliata dopo la rottura di un cavo e si è schiantata contro un edificio in Rua da Glória, nel cuore del Bairro Alto.