Al via ufficialmente l’anno scolastico per milioni di studenti e docenti. Il Ministero annuncia oltre 41mila nuove assunzioni. L’Unione Consumatori segnala rincari record su libri e materiale didattico. E il sindacato Anief lancia l’allarme: “Quasi 40 gradi in aula, serve ripensare il calendario”
ROMA – Le campanelle tornano a suonare, almeno sulla carta. Oggi prende ufficialmente il via l’anno scolastico 2025/2026 per circa 7 milioni di studenti e un milione tra insegnanti e personale scolastico. Ma il ritorno tra i banchi sarà scaglionato: le prime lezioni partiranno l’8 settembre nella provincia autonoma di Bolzano, seguite il 10 da Trento, Piemonte, Veneto e Valle d’Aosta. L’11 settembre toccherà al Friuli Venezia Giulia, il 12 alla Lombardia. La maggior parte delle regioni ha scelto il 15 settembre come data di avvio, tra cui Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia. Ultimi a rientrare, il 16 settembre, saranno gli studenti di Puglia e Calabria.
Sul fronte delle assunzioni, il Ministero dell’Istruzione e del Merito annuncia numeri importanti: entro settembre saranno immessi in ruolo 41.901 nuovi docenti, pari al 76,8% dei posti disponibili, con un incremento del 30% rispetto allo scorso anno. La copertura dell’organico su posto comune raggiunge il 97,3%, mentre sul sostegno si arriva al 95,2%, grazie all’assunzione di 7.820 insegnanti specializzati.
Ma l’avvio dell’anno scolastico porta con sé anche un conto salato. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, i prezzi del corredo scolastico hanno registrato aumenti significativi dal 2021: penne +24,2%, quaderni +20,3%, libri +14,4%. Un trend che pesa sulle famiglie, già alle prese con l’inflazione e il caro vita.
E c’è chi solleva un altro problema: il caldo. “È impensabile un rientro con quasi 40 gradi in aula: non ci sono le condizioni di salute e sicurezza per 7 milioni di studenti e quasi un milione di docenti”, denuncia il sindacato Anief, che chiede una revisione del calendario scolastico per adattarlo alle nuove condizioni climatiche.