Perdonanza 2025: L’Aquila si illumina con il Tripode della Pace, poi il concerto con Renato Zero

23 Agosto 2025
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Palco della Perdonanza al Teatro del Perdono dove stasera andrà in scensa lo spettacolo inaugurale “Un Canto per la Rinascita. Nel Tempo del Perdono”

Cerimonia di apertura alle 20 in Piazza Palazzo, preceduta alle 19 dall’esibizione degli sbandieratori e dall’arrivo del fuoco del Morrone. Dopo l’accensione del Tripode della Pace, alle 21.30 il Teatro del Perdono ospiterà lo spettacolo inaugurale “Un Canto per la Rinascita. Nel Tempo del Perdono” diretto da Leonardo De Amicis, con Renato Zero e un cast di grandi artisti

L’AQUILA – Da questa sera L’Aquila torna a mostrarsi nella sua essenza più autentica, quella di città del perdono. La 731ª Perdonanza Celestiniana si apre con una duplice celebrazione che ne esprime l’anima più profonda: da un lato la solennità del rito religioso con l’arrivo del fuoco sacro del Morrone e l’accensione del Tripode della Pace, dall’altro la potenza evocativa della musica con lo spettacolo inaugurale “Un Canto per la Rinascita. Nel Tempo del Perdono”. Un prologo che intreccia spiritualità e cultura, nel segno di una tradizione riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità e che accompagnerà la città verso lo storico traguardo del 2026, anno in cui L’Aquila sarà Capitale italiana della Cultura.

Il programma si aprirà in Piazza Palazzo, con le coreografie degli sbandieratori Città dell’Aquila che introdurranno la serata. Alle 20 prenderà il via la cerimonia, il cui cuore sarà l’arrivo della fiaccola con il fuoco sacro del Morrone, accesa lo scorso 16 agosto all’Eremo di Sant’Onofrio e accompagnata dai Bandierai dei Quattro Quarti. Seguiranno gli interventi istituzionali del presidente della Regione Marco Marsilio, del presidente della Provincia Angelo Caruso, dell’arcivescovo Antonio D’Angelo e del sindaco Pierluigi Biondi. Spazio poi alla lettura della “Pergamena delle Perdonanze locali” affidata a Floro Panti Presidente dell’Associazione Comitato Festa Perdonanza Celestiniana Unesco, e alla proclamazione della “Nuova Bolla Celestiniana della riconciliazione tra i popoli”. L’intera cerimonia sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube della Perdonanza, con traduzione in LIS.

Il momento più solenne sarà l’accensione del Tripode della Pace: il sindaco, ricevuta la fiaccola, darà vita alla fiamma che simboleggia speranza e rinnovamento. Da lì il fuoco sarà portato a Palazzo Margherita e infine issato sul torrino della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove resterà acceso per tutta la settimana di celebrazioni, vegliando sulla città come un luminoso faro di pace e di speranza.

Dalla liturgia allo spettacolo: alle 21.30 il Teatro del Perdono si illuminerà con “Un Canto per la Rinascita. Nel Tempo del Perdono”, ideato e diretto dal Maestro Leonardo De Amicis su testi di Paolo Logli. Sul palco saliranno Renato Zero, Francesco Gabbani, Alex Britti, Amara, Gaetano Curreri con gli Stadio e Vittoriana De Amicis, accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio “Alfredo Casella” e dai cori riuniti della città. La serata sarà condotta da Lorena Bianchetti, con la partecipazione speciale di Mara Venier, che interpreterà testi di forte intensità. A completare la serata, gli attori Viola Graziosi e Luca Violini, chiamati a dare voce ai momenti narrativi che accompagneranno le esecuzioni musicali.

Nelle parole del direttore artistico De Amicis, il senso della serata: “Nel Tempo del Perdono non è soltanto l’apertura della Perdonanza: è un rito collettivo, un abbraccio che intreccia voci, suoni, silenzi e respiri. La musica, in questa notte, diventa preghiera che sale al cielo e insieme radice che affonda nella terra, ponte tra l’intimo e il popolare”, dichiara Leonardo De Amicis. “Collemaggio torna a essere la culla di un incontro senza confini, dove arte e spiritualità si riconoscono come parte di un’unica lingua universale. In quel dialogo, nessuno resta escluso: i giovani del Conservatorio Casella, i cori riuniti, i musicisti, gli spettatori stessi, sono un tutt’uno in una comunità che si fa orchestra. È così che scompaiono le differenze: lavoriamo all’Aquila e per l’Aquila, custodendo un progetto che è insieme laboratorio, memoria e futuro. Una cultura condivisa, che non si limita a rappresentare ma a trasformare, a generare un’esperienza unica e irripetibile. Perché il perdono, come la musica, non si possiede: si dona, e solo donandolo diventa di tutti”.

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