Addio a Doriano Purismi, dolore e sconcerto a L’Aquila per il vigile del fuoco morto a 46 anni

22 Agosto 2025
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Uno scatto di Doriano Purismi, vigile del fuoco e appassionato ciclista, la cui improvvisa scomparsa ha colpito profondamente la comunità aquilana

Trovato senza vita nella sua abitazione di Bagno, lascia la moglie Simona e i figli Diego e Rebecca. Colleghi e amici lo ricordano per generosità, professionalità, rigore e per la grande passione per il ciclismo, condivisa con il fratello Stefano. Il ricordo commosso del senatore Guido Liris

L’AQUILA – La comunità di Bagno e l’intera città dell’Aquila piangono la scomparsa di Doriano Purismi, vigile del fuoco di 46 anni trovato ieri senza vita nella sua abitazione.

A lanciare l’allarme sono stati i familiari, preoccupati per la sua irreperibilità. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, la Polizia e i colleghi del Comando provinciale, ma ogni tentativo di soccorso si è rivelato vano. È stata disposta una ricognizione cadaverica per chiarire le cause del decesso; tra le ipotesi al vaglio non si esclude il gesto volontario.

Purismi aveva prestato servizio a lungo presso il Comando dell’Aquila, prima del trasferimento a Roma, distinguendosi sempre per professionalità e rigore. Apprezzato da colleghi e amici, era conosciuto anche per la grande passione sportiva: il ciclismo. Con il fratello Stefano aveva condiviso competizioni e successi, tra cui una vittoria al Giro del Trentino e diversi trionfi in Gran Fondo a livello nazionale.

Lascia la moglie Simona e i figli Diego e Rebecca. La notizia della sua morte ha suscitato profonda commozione nella sua comunità, dove Purismi era considerato un esempio di serietà e generosità.

Il ricordo del senatore Guido Quintino Liris.

“Se tornerai, magari poi, noi riconquisteremo tutto, come tanti anni fa, quando per noi forse la vita era più facile. Questo è uno dei ritornelli delle nostre canzoni, gli 883, che oggi ha un significato ancora più profondo e doloroso. Caro Doriano, un’infanzia insieme, tutti i giorni, a far disperare le nostre splendide nonne, quasi dirimpettaie, più legate di due sorelle. E noi, coetanei, della “mitica classe ’79” – come amavi esclamare quando ci incontravamo – alla conquista di tutto, da bambini, da adolescenti. Tu orgoglioso Vigile del Fuoco, campione di ciclismo, sei stato da subito il vanto e l’orgoglio della classe ’79, sempre sorridente, generoso, determinato, sensibile, occhi pieni di vita e futuro. “Poi le strade piano piano ci hanno fatto allontanare”… così continua quella nostra maledetta canzone. Ci siamo frequentati sempre meno, e quando di rado ci incontravamo il Doriano della mia infanzia non c’era più, occhi diversi, mi guardavi tanto, anche da lontano, solo pensieri profondi e struggenti quali ‘Guido, l’importante è che tu ce l’abbia fatta’.

Non doveva andare così, non lo meritavi tu e non lo meritava la tua splendida famiglia. ‘Forse è stato il tempo Forse quella solitudine che Ci portiamo dentro Troppo grande per noi’ Forse questa vita davvero non è così semplice, è una vita che in maniera crudele “fa selezione” come le vette che affrontavi con determinazione e vitalità, una vita troppo veloce e caotica per valorizzare le tue splendide qualità umane che saranno ancora e per sempre un patrimonio nostro, di chi ti vuole bene, di chi ti ha vissuto, della comunità che ti ha conosciuto e amato.

‘Ti ho rivisto stamattina, sul giornale la tua foto…’ ebbene sei sul giornale di questa mattina, bellissimo, sorridente, in cima ad una vetta, con la tua bici in trionfo: hai gli occhi che ricordavo molto bene, e che terremo sempre con noi. Ora puoi guardarci e sorriderci dall’alto”.

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