Il deputato Michele Fina (Pd) porta in Parlamento la norma regionale che permette al sindaco Biondi di affidare il comando dei vigili a un dirigente esterno. Critiche durissime dalle opposizioni in Consiglioo regionale, sindacati e Anvu
L’AQUILA – Il caso del comandante della Polizia Locale dell’Aquila approda in Parlamento, trasformandosi da questione locale a scontro politico di portata nazionale.
Ad alzare ulteriormente il livello dello scontro, il senatore del Pd Michele Fina che ha annunciato un’interrogazione sulla norma regionale modificata con l’assestamento di bilancio e – secondo le opposizioni – cucita su misura per il sindaco Pierluigi Biondi, così da permettergli di continuare ad affidare il comando a un dirigente esterno. L’intervento legislativo serve di fatto a neutralizzare i rilievi già sollevati dal Tar, che in due occasioni aveva dichiarato illegittime le nomine fatte dal Comune dell’Aquila.
“Assistiamo attoniti allo scontro tra il sindaco dell’Aquila e il presidente del Consiglio regionale – le parole di Fina -, una ruggine tutta interna alla destra che governa Regione e capoluogo. Ora il sindaco dell’Aquila, che incidentalmente dovrebbe essere anche responsabile nazionale enti locali di FdI – aggiunge Fina – invece di attenersi alle decisioni dei giudici amministrativi in sede di Tar e Consiglio di Stato, vorrebbe risolvere il suo problema locale con un colpo di spugna alla legge. Ma non si può fare della legge uno strumento per risolvere i propri problemi amministrativi: è evidentemente un’offesa alle istituzioni regionali e a chi le guida”.
Non meno dure le critiche del Pd abruzzese, che definisce la norma “pensata ad hoc per sanare la situazione aquilana”, con il rischio – sottolineano i dem – di “compromettere l’autonomia della Polizia Locale e ignorare il quadro giurisprudenziale esistente”. “Oggi Biondi urla alla luna, in assoluta solitudine – affermano in una nota – con tutti i sindacati sulle barricate”.
Sul provvedimento si abbatte anche il giudizio negativo dell’Anvu (Associazione Polizia Locale d’Italia), che lo definisce “costruito su misura per il Comune dell’Aquila”, privo di “legittimazione costituzionale” e “in contrasto con i principi di generalità e imparzialità”.
A inasprire lo scontro è lo strappo dentro la stessa maggioranza: Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale (Forza Italia), ha preso le distanze dal sindaco Biondi annunciando una revisione della norma, segnale evidente dell’isolamento crescente del primo cittadino anche in seno alla sua coalizione.
Ad intervenire in favore dell’emendamento alla legge regionale, il deputato abruzzese, Giulio Sottanelli, e Enio Pavone, capogruppo in consiglio regionale di Azione. I due parlano di misura di buon senso e necessaria.
“È singolare – si legge in una nota – che ci siano forze politiche che prima hanno sostenuto la riforma e oggi, di fronte a tensioni interne, pensino a fare marcia indietro. Bene ha fatto il sindaco Biondi a rivendicare con chiarezza la bontà della scelta richiesta da tempo dai sindaci e dall’Anci Abruzzo. La politica non deve piegarsi a logiche di correnti contrapposte”.
“Le riforme – concludono Sottanelli e Pavone – vanno giudicate nel merito: questa interviene a favore della trasparenza amministrativa, rafforza l’autonomia degli enti locali e valorizza la competenza come criterio guida nella dirigenza pubblica”.