Sanità, il Pd attacca: “Deficit in crescita e regolamento dei conti contro chi non si piega a esigenze di propaganda”

19 Agosto 2025
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Palazzo dell’Emiciclo all’Aquila, sede del Consiglio regionale d’Abruzzo

In una nota congiunta la segreteria del Pd Abruzzo e i consiglieri regionali denunciano il caos nei conti della sanità e il mancato rispetto del piano di rientro. In merito ai rumors sul trasferimento della direttrice Grimaldi: “Segnale di un regolamento dei conti politico”

L’AQUILA – Nuovo affondo del Partito Democratico contro la gestione della sanità regionale. In una nota congiunta, la segreteria del Pd Abruzzo e il gruppo in Consiglio regionale mettono nel mirino i rumors sul possibile trasferimento ad altre mansioni della direttrice del Dipartimento Sanità, Emanuela Grimaldi, e i conti delle Asl, definiti “pesantemente in rosso” e in costante peggioramento. In una nota al vetriolo, il segretario regionale del PD, Daniele Marinelli, il capogruppo Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci parlano di “un passaggio grave e rivelatore dello stato di caos in cui versa oggi la sanità abruzzese”.
Secondo gli esponenti di centrosinistra, la vicenda è destinata ad aggravarsi anche per il mancato riscontro agli accessi agli atti presentati.
“Scontro destinato a crescere – si legge nella nota – visto che l’accesso agli atti inoltrato da ben tre mesi su tutte le iniziative proposte dal Dipartimento alla Giunta Regionale è rimasto inevaso e, dunque, senza risposta. Così come senza risposta è rimasto l’accesso agli atti circa i Conti Economici del secondo trimestre delle Asl Abruzzesi”.
Dai primi dati raccolti sui bilanci aziendali, sostengono i dem, emergerebbe inoltre che la misura del Piano operativo – il recupero del 2% – non sia stata rispettata, con un deficit 2025 destinato a crescere.
“E da un primo sondaggio sui bilanci delle Asl risulta che la misura prevista dal Piano Operativo circa il recupero del 2% non sia stata rispettata e che dunque il deficit tendenziale del 2025 è più alto di quanto appare nella solita comunicazione irresponsabile della Giunta Marsilio. Per altro l’impossibilità a raggiungere tali obiettivi fu denunciata già durante le sedute di Commissioni e di Consiglio sull’assestamento di Bilancio. Questa consapevolezza potrebbe essere alla base del disagio crescente in alcune stanze regionali, come confermano i rumors non smentiti sulla Grimaldi. Più che un cambio al vertice sembrerebbe più un regolamento dei conti verso chi prova a fare il proprio lavoro con rigore tecnico, applicando le norme e dando indicazioni precise per contenere un disavanzo ormai fuori controllo e finisce con il non essere più gradito alla maggioranza di centrodestra, a prescindere dalla propria competenza. Il settore già in emergenza per i deficit milionari e per i disservizi che i cittadini vivono ogni giorno, dalla carenza di farmaci alla rete di emergenza-urgenza senza medici a bordo, ora viene travolto da uno scontro interno che ha il sapore della resa dei conti politica contro i tecnici che conoscendo numeri e procedure, trovano difficoltà ad avallare la propaganda”.

I firmatari della nota accusano il presidente Marco Marsilio e la sua maggioranza di minimizzare la crisi.
“Marsilio e la sua Giunta preferiscono minimizzare la situazione, nascondendo ai cittadini una verità drammatica: i conti della sanità pesantemente in rosso e le misure di rientro già previste, a partire dal taglio del 2%, sono già fallite – rimarcano gli esponenti democrat –. Il rischio concreto è che i Ministeri boccino il Programma operativo appena presentato laddove dovessero verificare che, conti alla mano, alcune misure di contenimento previste dal Piano stesso si rivelino già fallite e che il disavanzo sfiori la soglia del 5%, con conseguenze pesantissime sul futuro dei servizi e con il concreto rischio di misure ancora più dure, commissariamento o no. A questo quadro si aggiunge il fatto che il Dipartimento Sanità aveva già respinto i piani aziendali delle Asl di Pescara, Chieti e Teramo, certificando con atti ufficiali che la tanto sbandierata riforma della rete ospedaliera non sta funzionando. Un segnale chiaro, che evidentemente ha disturbato la narrazione del “va tutto bene” e della sanità modello che invece Marsilio e la destra continuano a proporre per ingannare la comunità a cui tagliano prestazioni, servizi, persino i farmaci e che costringono ad attese sempre più lunghe e a fuggire altrove per curarsi, quelli che possono, mentre ai direttori delle Asl, mai messi in discussione nonostante i deficit, danno persino premi per il servizio reso. Il mancato riscontro all’accesso agli atti presentato a metà maggio sulle misure finalizzate a migliorare la gestione del servizio sanitario regionale parla da solo: non vogliono darci i documenti, perché dalle cifre emerge una situazione diversa da quella decantata dal presidente, evidentemente quella situazione che, sollevata dai tecnici, diventa motivo del loro allontanamento dal settore”.
Il documento si chiude con un attacco frontale al centrodestra, accusato di colpire i tecnici che non si piegano alla propaganda politica.
“Un brutto caos evidente a tutti, com’è evidente che questo Governo regionale, invece di affrontare la crisi con trasparenza e responsabilità, preferisce continuare a negare fino a che il baratro sarà inevitabile e colpire i tecnici che non si piegano alle esigenze di propaganda politica, cosa gravissima e corroborata da precedenti importanti: si pensi al licenziamento illegittimo dei manager e dei direttori sgraditi alla destra, come l’ex DG della Asl di Pescara Armando Mancini e del compianto direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Alfonso Mascitelli e dell’anticipato addio dell’ex DG D’Amario al Dipartimento di presidenza della Regione Abruzzo, dove arrivò la Grimaldi a sostituirlo. Basta bugie e sotterfugi, di fronte a questo scenario chiediamo chiarezza immediata in Consiglio regionale e nelle Commissioni competenti e ribadiamo che la salute dei cittadini non può essere ostaggio di giochi di potere interni a Fratelli d’Italia e alla destra”.

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