Secondo i dati disponibili, fino al 90% dei ginecologi è obiettore di coscienza, con punte vicine al 100% nella Asl di Chieti. I Dem presentano un’interpellanza in Consiglio regionale: “Mancano informazioni essenziali e si aggirano le linee guida nazionali”
PESCARA – “Lo sfascio della sanità in Abruzzo ha abbassato la guardia sia sulle azioni per la salute e la sicurezza delle donne, sia sull’applicazione della legge 194 in materia di interruzione volontaria di gravidanza”. È l’accusa mossa dal Pd regionale, dai Giovani Democratici, dalla Conferenza delle Donne Dem e dal gruppo consiliare del Pd in Consiglio regionale, che hanno annunciato la presentazione di un’interpellanza per fare chiarezza sulla situazione.
I Dem puntano il dito contro l’assenza di dati aggiornati: “Gli ultimi risalgono al 2022 e collocano l’Abruzzo tra le regioni con informazione mancante sull’IVG superiore alla soglia del 5%”. I numeri disponibili fotografano un contesto critico: tra il 75% e il 90% dei ginecologi abruzzesi è obiettore di coscienza, con punte vicine al 100% nella Asl di Chieti. “Questo – sostengono – impedisce alle donne di esercitare un diritto riconosciuto dalla legge, costringendole a percorsi a ostacoli inaccettabili”.
L’interpellanza chiede anche un’informativa sull’accesso all’IVG farmacologica e un chiarimento sull’applicazione della circolare regionale del febbraio 2021, firmata dall’assessora alla Sanità Nicoletta Verì e dal direttore D’Amario. Il documento, sottolineano, “raccomanda la somministrazione della RU486 preferibilmente in ospedale”, una scelta in contrasto con le linee guida nazionali che prevedono il ricorso anche in ambito consultoriale.
Per i Dem, la questione riguarda direttamente la funzionalità dei consultori familiari, “strutture fondamentali per garantire un accesso gratuito, continuo e integrato all’IVG e alla salute sessuale e riproduttiva”. Nel cinquantesimo anniversario della loro istituzione, chiedono alla Regione di “investire sul loro potenziamento e rimuovere ogni ostacolo che limiti l’applicazione della legge 194”.