Accolte a Pizzoli e Barete, le giovani guidate da Anna Badia vivono un’esperienza tra spiritualità, rinascita e condivisione, aspettando l’incontro con Papa Leone XIV
PESCARA – Nel cuore dell’Abruzzo, tra le montagne dell’Aquilano, si respira un’aria di speranza. A portarla è Anna Badia, 38 anni, ingegnera catalana con una profonda vocazione educativa, oggi impegnata nella promozione della leadership giovanile e femminile attraverso la Fundación Montblanc. Da Barcellona a Pizzoli e Barete, è qui alla guida di una delegazione di 300 ragazze catalane tra i 18 e i 22 anni, ospiti in vista del Giubileo dei Giovani con papa Leone XIV.
«Le nostre ragazze stanno vivendo un’esperienza profonda di fede e condivisione – racconta Anna Badia all’ANSA – che ricorda quella vissuta dalla mia generazione durante il Giubileo del 2000 o alle Giornate mondiali della gioventù di Cracovia e Lisbona». L’accoglienza ricevuta ha lasciato il segno: tra canti, danze e momenti di riflessione, le giovani sono state accolte con entusiasmo dalle comunità locali, grazie al sostegno delle parrocchie, delle amministrazioni comunali e della diocesi dell’Aquila. Fondamentale il contributo del parroco di Pizzoli, don Claudio Tracanna, dell’arcivescovo Antonio D’Angelo e di don Jean Claude Rajaonarivelo, referente della Pastorale Giovanile, che ha organizzato un pellegrinaggio a piedi da Civita di Bagno alla basilica di Collemaggio per 400 giovani.
Durante il soggiorno, le ragazze hanno potuto conoscere la bellezza dei luoghi di culto millenari e toccare con mano le ferite ancora aperte del sisma, ma anche i segni tangibili della rinascita. «Abbiamo colto un messaggio forte – spiega Badia – che parla proprio di speranza. Quella speranza che, come ha ricordato il Papa, i giovani sono chiamati a portare nel mondo».
Presto Anna raggiungerà un altro gruppo in sosta a Subiaco per riunirsi in attesa dell’incontro con il Pontefice. E prima di partire, affida un pensiero alle sue ragazze: «Mi auguro che riescano ad assaporare ogni istante di questo cammino, perché la luce che hanno dentro può davvero fare la differenza in un momento storico così fragile». Poi conclude: «Io, tutto questo, lo vivo con profonda gratitudine e con una consapevolezza che cresce ogni giorno di più».