Ben 33 detenuti del carcere di Pescara hanno ottenuto attestati professionali in mestieri richiesti grazie a corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo. Il progetto, promosso dalla Regione Abruzzo e Formedil, punta al reinserimento lavorativo e alla riduzione della recidiva. Prevista l’estensione a tutte le carceri abruzzesi. Nella stessa giornata il Comitato di Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Pescara ha donato al carcere San Donato due ventilatori a soffitto
PESCARA – Sono 33 i detenuti della casa circondariale di San Donato a Pescara che hanno ricevuto un attestato di qualifica professionale, al termine di tre corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo e promossi dalla Regione Abruzzo in collaborazione con Formedil Chieti Pescara. Le qualifiche riguardano tre mestieri molto richiesti nel mercato del lavoro: manutentore del verde, posatore di pavimenti e muratore.
Alla cerimonia, che si è tenuta nel Palazzo della Regione a Pescara, erano presenti l’assessore alle politiche sociali Roberto Santangelo, il direttore del carcere Franco Pettinelli, la garante regionale dei detenuti Monia Scalera e il presidente di Formedil Carlo Cericola.
«Noi crediamo nella recidiva a zero, quindi abbiamo messo in campo diversi strumenti per raggiungere questo obiettivo, in particolare quello della formazione professionale. Una volta finita la detenzione avranno un titolo professionale e un lavoro per non commettere i modelli sbagliati che li potrebbero riportare all’interno del sistema carcerario. Questi sono i modelli virtuosi», ha sottolineato l’assessore Santangelo, annunciando che «sulla nuova programmazione abbiamo inserito 7 milioni di euro per estendere la formazione a tutte le otto carceri abruzzesi, perché crediamo che le persone detenute meritino una possibilità di riscatto sociale».
Il direttore Pettinelli ha spiegato che si tratta di «una grande opportunità non solo professionale ma anche sociale. Speriamo di poter replicare il progetto entro fine anno». Attualmente tutti i lavori all’interno del carcere sono affidati ai detenuti, che ricevono anche un compenso. Ma con queste qualifiche, che possono essere sfruttata sia una volta usciti che ancora all’interno del penitenziario, sapranno svolgere meglio il loro lavoro e potranno percepire uno stipendio più alto.
«I nostri corsi hanno fornito una preparazione solida – ha commentato Cericola –: sono ore e ore di formazione che rendono questi detenuti pronti ad affrontare il mondo del lavoro». Infine, anche la garante Monia Scalera ha ribadito l’importanza del percorso: «La formazione è il presupposto principale per il reinserimento sociale e per la recidiva zero. I detenuti sono pronti, non vogliono stare fermi: chiedono solo opportunità».
Il progetto rappresenta un modello replicabile che dimostra come la formazione all’interno degli istituti penitenziari possa essere un reale strumento di reinserimento e di prevenzione della recidiva. Dei circa sessanta partecipanti iniziali, 33 hanno completato il percorso con successo. Gli altri sono stati rilasciati prima del termine dei corsi. Le qualifiche ottenute saranno utili sia all’esterno che all’interno del carcere, dove i detenuti potranno contribuire alle attività quotidiane con competenze certificate e retribuzioni dignitose.
Nella stessa giornata, il Comitato delle Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Pescara, con l’Associazione Go, ha donato due ventilatori a soffitto al carcere. L’avvocato Marco Pellegrini, presidente del Comitato, ha spiegato: «Abbiamo raccolto fondi anche grazie a uno spettacolo organizzato da Go, e deciso di destinare parte del ricavato all’acquisto dei ventilatori, in accordo con il direttore Pettinelli. È un piccolo gesto, ma importante per le condizioni della struttura».