Olio e manodopera a basso costo: sequestri per 1,4 milioni a Lanciano, due indagati

10 Luglio 2025
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La Guardia di Finanza svela con l’indagine “Oleum” una rete di società di comodo e debiti verso l’erario per oltre 800mila euro

LANCIANO – Un sofisticato sistema di frode, finalizzato a ridurre i costi del lavoro attraverso l’impiego di manodopera a basso costo e l’omissione degli obblighi fiscali e previdenziali. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Lanciano nell’ambito dell’operazione “Oleum”, culminata con un sequestro preventivo di beni per oltre 1,4 milioni di euro e due persone indagate per l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Il provvedimento, disposto dal Gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del Pm Elena Belvederesi, ha portato al sequestro di immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per un totale di 1.405.047,12 euro.

Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, coordinate dal capitano Domenico Siravo, il sistema ruotava attorno a un’impresa del settore della produzione e confezionamento di olio di oliva. L’azienda committente avrebbe esternalizzato la fornitura di manodopera a una seconda società, priva di patrimonio e di fatto gestita dallo stesso gruppo imprenditoriale, trasformandola in una vera e propria “bad company”. Questa società, incaricata formalmente della gestione del personale, accumulava debiti verso l’erario e gli enti previdenziali per oltre 800mila euro, mentre la società madre beneficiava di personale a basso costo, eludendo i vincoli di legge.

Il meccanismo prevedeva anche il fenomeno della cosiddetta “transumanza” aziendale: la nuova società di servizi aveva infatti assorbito lavoratori provenienti da una precedente entità giuridica, già fallita e riconducibile alla stessa proprietà.

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, Michele Iadarola, ha evidenziato come “solo nell’area frentana, nell’ultimo mese, due indagini abbiano fatto emergere un rischio crescente legato all’illecita somministrazione di manodopera, in forme che rappresentano un moderno caporalato”.

“La sofisticazione dei metodi di frode – ha aggiunto Iadarola – impone un’evoluzione costante delle tecniche investigative. I soggetti che operano in modo illecito sono sempre più attrezzati, anche sul piano tecnologico, e questo ci impone un ‘camaleontico’ adattamento ai nuovi scenari socio-economici”.

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