Il consigliere regionale Antonio Di Marco: “Doveroso fornire risposte chiare. Smantellare questo reparto significa indebolire l’intero presidio”
POPOLI TERME – Cresce la preoccupazione per le voci di una possibile chiusura o riconversione del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Popoli Terme. A lanciare l’allarme è il consigliere regionale di opposizione Antonio Di Marco, che ha presentato una formale richiesta di chiarimento indirizzata al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, all’assessore alla Sanità Nicoletta Verì e al Direttore Generale della Asl di Pescara.
«È doveroso che la Regione e la Direzione Asl forniscano risposte chiare e ufficiali – afferma Di Marco –. La situazione è ormai critica: dopo il blocco dell’Ortopedia, la riduzione dei servizi e l’assenza di interventi efficaci per abbattere le liste d’attesa, ora si aggiunge il rischio di una chiusura silenziosa del reparto Terapia Intensiva-Rianimazione, senza alcun confronto con gli operatori e la cittadinanza».
Il consigliere, recatosi personalmente presso il presidio ospedaliero per eseguire controlli come utente, ha denunciato le condizioni di forte disagio, tra cui «file interminabili, caldo soffocante, disagi per anziani e persone fragili, spazi inadatti e un cantiere perenne. A questi problemi si aggiunge ora un’incertezza gravissima sul futuro della Rianimazione, reparto strategico per l’intero ospedale e per le aree interne circostanti».
Di Marco ha ricordato l’importanza del reparto durante l’emergenza Covid, quando ha contribuito a ridurre la pressione sull’ospedale di Pescara e sulle altre strutture della provincia. «Svuotare o smantellare questo reparto significa indebolire l’intero presidio: pronto soccorso, sale operatorie, degenze, e soprattutto la sicurezza sanitaria per le comunità di ben tre vallate».
Il consigliere ha chiesto che l’argomento approdi nella II Commissione Sanità, con l’audizione dei vertici regionali e della Asl, ma anche del personale medico del reparto di Rianimazione, che potranno spiegare il loro lavoro e l’impatto di una dismissione. «Dopo la decisione di fermare l’Ortopedia, che ha avuto effetti devastanti sull’intera organizzazione ospedaliera, non possiamo permettere un nuovo colpo a una sanità già in difficoltà. Si tratta di un settore delicatissimo, quello dell’emergenza. I cittadini hanno diritto a sapere cosa si sta decidendo sul loro territorio», ha concluso Di Marco.