Incidenti stradali inventati, certificazioni false e un sistema criminale ramificato fino alla criminalità organizzata: la Procura di Pescara smaschera un presunto giro da centinaia di migliaia di euro. Chiesta la custodia cautelare per l’uomo al vertice del sistema
PESCARA – Una rete di truffe che intreccia criminalità, professionisti insospettabili e insidie nelle curve dell’Abruzzo. La Procura della Repubblica di Pescara ha acceso i riflettori su un articolato sistema di incidenti stradali simulati o artatamente gonfiati, messo in piedi — secondo gli inquirenti — con la complicità di medici, avvocati, forze dell’ordine e un esponente della criminalità campana precedentemente sottoposto a protezione.
L’indagine, avviata nel 2022 e sviluppata a partire da un’inchiesta parallela su un noto pregiudicato locale, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 60 persone. Ben 25 di loro sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a una lunga serie di reati, fra cui frodi assicurative con mutilazioni autoinflitte, falsi in atti pubblici, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Nel mirino c’è anche un imprenditore attivo nel settore immobiliare, ritenuto al vertice del presunto sodalizio e socio di uno dei centri medici coinvolti: per lui il pubblico ministero Andrea Di Giovanni ha richiesto la custodia cautelare in carcere. Altri 26 indagati rischiano gli arresti domiciliari. A darne notizia è il quotidiano il Centro, nell’edizione odierna.
Secondo l’accusa, i profitti derivanti dai rimborsi assicurativi venivano reinvestiti nell’acquisto di immobili – anche all’asta – per poi essere affittati o rivenduti, generando ulteriori guadagni illeciti. La Procura ha chiesto il sequestro preventivo di 684.000 euro, ritenuti frutto diretto delle operazioni truffaldine.
La vicenda si colloca in uno scenario di corruzione sistemica e imprenditoria deviata, e getta nuove ombre sull’infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Centro Italia. Gli sviluppi dell’inchiesta, ora entrata nel vivo, saranno decisivi per comprendere l’estensione e la struttura di quella che gli inquirenti descrivono come una vera organizzazione criminale in giacca e cravatta.