Le sei donne avevano lavorato per anni nella fabbrica con contratti in somministrazione, ben oltre i limiti imposti dalla normativa e da un accordo sindacale, senza mai essere stabilizzate
TERAMO – Dopo anni di precariato, sei ex lavoratrici della Richetti Spa di Sant’Atto vedono finalmente riconosciuto il proprio diritto a un impiego stabile. Con una sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che conferma il giudizio di primo grado e respinge il ricorso dell’azienda, le lavoratrici otterranno un contratto a tempo indeterminato e la reintegrazione nei rispettivi posti di lavoro.
Determinante, nella lunga vertenza, è stato il supporto della Flai Cgil e dello Studio legale Scarpantoni di Teramo. Le sei donne avevano lavorato per anni nella fabbrica con contratti in somministrazione, ben oltre i limiti imposti dalla normativa e da un accordo sindacale, senza mai essere stabilizzate. Il Tribunale ha inoltre riconosciuto loro il diritto al risarcimento per i danni subiti a causa della mancata assunzione.
“Questa vittoria è il risultato di un lavoro portato avanti con rigore e determinazione – commenta Cristiana Bianucci, segretaria della Flai Cgil – per contrastare un uso distorto dei contratti in somministrazione in un’azienda che ha alimentato per anni sacche di precariato strutturale. Ora il confronto sindacale alla Richetti potrà basarsi su fondamenta più solide.”
Un plauso particolare è stato rivolto al collega Franco Di Ventura, che ha seguito fin dall’inizio la vertenza, e allo studio legale che ha accompagnato le lavoratrici fino al successo. “È una vittoria non solo per loro – aggiunge Bianucci – ma per tutti quei lavoratori che vivono situazioni simili e che, grazie a questo esempio, possono trovare il coraggio di non rassegnarsi alla precarietà.”