Vini dealcolati in Italia, il decreto fiscale sblocca lo stallo normativo

13 Giugno 2025
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Attesa ora la definizione delle condizioni operative da parte di Mef e Masaf

ROMA – L’approvazione del decreto-legge fiscale ha sbloccato l’impasse normativo che rischiava di frenare la produzione di vini dealcolati in Italia fino al 2026. Grazie a questa svolta, i ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura potranno ora lavorare al decreto interministeriale che definirà le condizioni e le autorizzazioni fiscali necessarie per avviare la produzione nel nostro Paese.

Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione Italiana Vini (Uiv), ha accolto con favore la decisione, sottolineando l’importanza di una rapida attuazione da parte dei ministeri competenti. “Auspichiamo una pronta risposta da parte dei due dicasteri preposti, affinché il decreto possa finalmente diventare operativo e dare slancio a un settore che attende da tempo una regolamentazione chiara”, ha dichiarato Castelletti.

L’Unione Italiana Vini evidenzia come la questione fiscale rappresentasse l’ultimo ostacolo da superare per consentire alle imprese italiane di avviare la dealcolazione sul territorio nazionale. A marzo, il decreto-legge n.43 aveva già modificato il Testo Unico delle Accise, introducendo l’articolo 33-ter per disciplinare il processo di dealcolazione in ambito fiscale. Tuttavia, la norma rinviava a un decreto interministeriale la definizione delle condizioni operative, lasciando il settore in una situazione di incertezza.

L’entrata in vigore della norma era inizialmente prevista per il 1° gennaio 2026, una tempistica che aveva spinto Uiv a sollecitare un intervento transitorio per evitare ulteriori ritardi nella produzione.

Secondo le stime dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, il mercato dei vini No-low (a basso o nullo contenuto alcolico) in Italia vale attualmente 3,3 milioni di euro, ma si prevede che possa raggiungere i 15 milioni nei prossimi quattro anni. A livello globale, il settore è stimato a 2,4 miliardi di dollari, con prospettive di crescita fino a 3,3 miliardi di dollari entro il 2028.

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