La Fimmg Abruzzo denuncia il grave stato della sanità territoriale con una lettera aperta ai pazienti, in cui medici e cittadini sono chiamati a unirsi per difendere insieme il diritto alla salute
PESCARA – In un momento in cui la sanità territoriale abruzzese mostra sempre più le sue fragilità, la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) Abruzzo lancia un appello rivolgendosi direttamente ai pazienti. Lo fa con una lettera aperta – un’azione anticipata già qualche settimana fa in conferenza stampa – che nei prossimi giorni verrà affissa negli studi dei medici di famiglia, per portare alla luce la realtà quotidiana che accomuna “chi cura e chi ha bisogno di cure”.
«Il rapporto tra medico e paziente è da sempre basato sulla fiducia, sull’ascolto e sulla collaborazione. Oggi, però, questo legame rischia di sgretolarsi non per nostra volontà, ma a causa di un sistema sanitario sempre più fragile, che non riesce a sostenere né chi cura né chi ha bisogno di cure soprattutto nella nostra regione», si legge nell’incipit del messaggio, che prende la forma di una denuncia ma anche di un richiamo all’unità.
La lettera elenca disagi noti, tra cui liste d’attesa interminabili, reparti in affanno, costi privati sempre più insostenibili per chi non può aspettare. “Lo vedete ogni giorno… Lo viviamo noi… Lo subiscono i giovani medici… Lo patite voi”, scrive la Fimmg, restituendo l’immagine di un sistema che soffre su tutti i fronti: dal paziente anziano in attesa di una visita essenziale, al medico costretto a dedicare più tempo alla burocrazia che alla cura, fino ai neolaureati che scelgono di abbandonare la professione o emigrare. «Non è colpa vostra. Non è colpa nostra», si legge, ma «risultato di anni di scelte sbagliate: un sistema bloccato da logiche clientelari; una medicina del territorio cronicamente sottofinanziata; mancanza di un piano serio per modernizzare la sanità; nessun provvedimento efficace per ridurre la mobilità passiva».
«Abbiamo scelto di rivolgerci direttamente a voi — spiegano i medici — perché è giunto il momento di rompere il silenzio che troppo spesso circonda i problemi della sanità territoriale». Una chiamata alla responsabilità collettiva, che intende rompere la rassegnazione. »Possiamo cambiare le cose insieme. Perché la salute è un diritto, non un privilegio». Il messaggio si conclude con un invito esplicito a non restare indifferenti: denunciare le disfunzioni, chiedere trasparenza, sostenere chi — dentro e fuori le corsie — continua a credere in una sanità più umana ed efficiente. «Pazienti e medici uniti possono diventare una forza inarrestabile».