L’attività illegale è stata scoperta grazie alle indagini delle Fiamme Gialle; l’uomo era anche docente all’UniTe che ha preso le distanze dalla vicenda
TERAMO – Il Gup di Teramo ha condannato a 2 anni di reclusione, con rito abbreviato, un noto commercialista per concorso in bancarotta fraudolenta post-fallimentare. L’uomo ha agevolato un imprenditore fallito, titolare di una storica distilleria teramana, nella prosecuzione dell’attività, permettendo la distrazione di beni aziendali e proventi per oltre 10 anni, a danno dei creditori. Al riguardo è intervenuta anche l’Università degli Studi di Teramo prendendo le distanze dal commercialista che ricopriva anche il ruolo di docente, specificando che oggi non è più in carica presso la facoltà.
Le indagini, coordinate dal PM Silvia Scamurra e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Teramo, sono partite da una denuncia presentata da una società teramana contro delegati di un’impresa romana specializzata in aste giudiziarie, per presunta turbativa d’asta e tentata estorsione. Tuttavia, le verifiche hanno accertato che la denuncia era falsa e mirava a far annullare l’asta o scoraggiare la partecipazione della società concorrente.
La gara è comunque proseguita con l’aggiudicazione dei beni mobili all’impresa romana. Durante la consegna però, la società teramana custode dei beni ha trattenuto parte dei materiali, denunciandone il furto. Anche in questo caso, la denuncia si è rivelata simulata.
L’attività investigativa ha incluso intercettazioni, pedinamenti, acquisizione di documenti e audizioni di oltre 50 persone. Le prove hanno portato alla condanna del curatore per bancarotta fraudolenta, con inabilitazione per 10 anni all’attività d’impresa e alla direzione di aziende, e al risarcimento dei creditori. Le condotte del professionista sono state segnalate anche al Presidente del Tribunale, al Giudice Delegato, all’Ordine professionale e all’Università di Teramo, dove ricopriva incarichi di docenza.
I conviventi amministratori delle società teramane coinvolte saranno giudicati con rito ordinario da settembre per turbativa d’asta, bancarotta fraudolenta, calunnia e simulazione di reato. Resta ferma la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.