Scrive in una nota il gruppo La Forza del Territorio: “L’intervento deve essere garantito anche al di là delle dispute giudiziarie”
TERAMO – Una nota al vetriolo quella del gruppo di opposizione in Provincia di Teramo, La Forza del Territorio, che torna a parlare della vicenda della gestione degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva. Dopo la decisione della Corte d’Appello di sospendere gli effetti della sentenza di primo grado che aveva disposto la restituzione degli impianti alla Provincia, il gruppo interviene invitando il presidente Camillo D’Angelo a occuparsi della manutenzione degli impianti, in attesa del giudizio definitivo atteso per il prossimo 16 settembre.
“Com’è noto – scrive La Forza del Territorio – la Corte d’Appello ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dall’ex gestore Marco Finori, rimescolando le carte in attesa della discussione in secondo grado. Alla luce di ciò, torniamo a invitare il Presidente della Provincia e la sua maggioranza a un atteggiamento più cauto nella gestione di una vicenda delicata, che da troppo tempo paralizza le nostre stazioni sciistiche”.
Nel mirino finiscono anche le dichiarazioni rilasciate da D’Angelo dopo la sentenza di maggio, giudicate dal gruppo “gaffe poco edificanti” e “facili entusiasmi smentiti dai fatti”. In particolare, viene criticato l’annuncio del 5 luglio come data di ripartenza degli impianti: “Un termine – afferma la nota – smentito dalla giustizia prima ancora che dalla realtà operativa. Così come è stato svuotato di significato politico l’annuncio della nomina dei tre liquidatori della GST, oggi di fatto priva di qualsiasi rilevanza”.
Il gruppo richiama la Provincia ai suoi obblighi, a partire dalla manutenzione ordinaria degli impianti, prevista dalla convenzione tra ente proprietario e gestore. “Un intervento che – si legge ancora – deve essere garantito anche al di là delle dispute giudiziarie, per coniugare valorizzazione turistica e sicurezza delle infrastrutture”.
“È un compito da cui non si può più fuggire – concludono i consiglieri di opposizione –. Si utilizzino questi tre mesi che ci separano dall’udienza non per altri proclami, ma per lavorare a una soluzione definitiva che tenga conto di tutte le istanze in gioco, soprattutto dell’interesse dei cittadini, da troppo tempo privati del patrimonio montano. Da parte nostra, se chiamati in causa, non ci sottrarremo al confronto e saremo pronti a dare il nostro contributo per la restituzione della montagna alla comunità teramana”.