Aperta l’indagine sulla morte di Zappone, mentre la politica si divide sull’uso del taser. Piantedosi: “È una tragedia, ma il taser è uno strumento utile”. Acerbo: “Va vietato”. Forconi: “Evita escalation pericolose”
PESCARA – La morte di Riccardo Zappone, 30 anni, avvenuta ieri a Pescara dopo un malore sopraggiunto dopo l’utilizzo del taser da parte della polizia, ha aperto un dibattito sul ricorso a questo strumento da parte delle forze dell’ordine. Zappone era stato fermato dalla polizia per una rissa in strada, durante la quale sarebbe stato anche colpito, e avrebbe opposto resistenza all’arresto, costringendo gli agenti a utilizzare il taser per immobilizzarlo. Secondo la Procura di Pescara, l’intervento è stato “necessario”, ma una volta giunto in Qestura il giovane ha accusato un malore. I sanitari del 118 sono intervenuti tempestivamente e hanno tentato le manovre di rianimazione, prima sul posto e poi in ospedale, ma per il trentenne non c’è stato nulla da fare.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenuto sulla vicenda durante un’intervista a Sky TG24 Live a Milano, ha dichiarato: «È una tragedia che ci addolora. Esprimo il cordoglio nei confronti dei familiari. Andranno sviluppati tutti gli accertamenti perché è interesse anche nostro capire se ci sia una correlazione con l’uso del taser qualche minuto prima». Il ministro ha difeso l’utilizzo del dispositivo, in quanto «alternativa all’uso di strumenti molto più offensivi come l’arma da fuoco e spesso si rende necessario per comportamenti pericolosi, come in questo caso, dove la persona dava in escandescenze e metteva a rischio sé stesso, gli operatori e i presenti».
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha espresso cordoglio per la morte del giovane e ha chiesto una riflessione sull’uso del dispositivo, che secondo lui “deve essere vietato”. «La morte di un cittadino durante un intervento con il taser è un evento tragico, che merita rispetto, riflessione e trasparenza. Nessuna vita persa può essere mai accettata con leggerezza» specifica Acerbo. Il taser nasce come strumento di dissuasione, dice Acerbo asserendo che «va usato con la massima responsabilità. Il dolore per una morte non deve trasformarsi in cieca ostilità verso le forze dell’ordine, ma serve equilibrio, verità e giustizia».
A replicare è Marco Forconi, responsabile per la Sicurezza di Fratelli d’Italia nella provincia di Pescara, che difende lo strumento, «mezzo che in centinaia di interventi ha evitato escalation pericolose» e invita a considerare che l’evento è «oggetto di indagine». Il ministro Salvini, intercettato all’uscita del Senato, dopo l’approvazione del decreto Sicurezza ha affermato che «Le forze dell’ordine non usano il taser per gioco, lo usano quando ce n’è bisogno e il taser ha salvato centinaia di vite e prevenuto migliaia di reati». Mentre l’onorevole Nazario Pagano ha ricordato che la pistola elettrica è frutto di una sperimentazione «avviata nel 2014, condivisa da governi di ogni colore politico», e ha invitato a evitare «processi sommari, specie contro le Forze dell’Ordine, che operano ogni giorno con professionalità e responsabilità», poiché sarà l’autopsia ad «accertare se vi sia un nesso tra il decesso e l’uso del taser da parte della Polizia». Nel frattempo, però, l’episodio ha riportato alla memoria due casi simili uno del 2024 in cui a perdere la vita è stato un 42enne di Bolzano, e un altro nel 2023 dove è deceduto un 35enne di San Giovanni Teatino.