Balneazione, in Abruzzo mare in salute con l’89,2% di acque eccellenti

4 Giugno 2025
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Nel 2025 la qualità delle acque di balneazione costiere italiane si conferma molto elevata, con il 95,7% dei tratti classificati come “eccellenti”. L’Abruzzo registra un dato leggermente inferiore in virtù di un sistema di monitoraggio tra i più rigorosi d’Italia. Le regioni con le performance migliori sono Puglia, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna

PESCARA – L’89,2% delle acque di balneazione in Abruzzo è classificato come “eccellente”, il 4,5% come “buono”, mentre solo il 2% rientra nella categoria “scarso”, con criticità localizzate principalmente nei pressi delle foci di alcuni fiumi e torrenti. È quanto emerge dalle attività di monitoraggio condotte dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), secondo cui la stragrande maggioranza delle acque di balneazione costiere italiane raggiunge il livello più alto previsto dal sistema di classificazione europeo.

Secondo i dati più recenti diffusi dal Snpa, composto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente (Arpa/Appa), 5.100 km di costa sono inseriti nella classe di qualità “eccellente”.

In tutte le regioni italiane la qualità delle acque di balneazione costiere risulta complessivamente molto elevata, con una percentuale di tratti classificati come “eccellenti” che si aggira intorno al 90%. Le differenze tra le regioni possono dipendere anche da caratteristiche territoriali specifiche e da diverse modalità di monitoraggio.

L’Abruzzo, ad esempio, non figura tra le prime posizioni in questa classifica. Ciò è dovuto all’adozione di criteri di campionamento particolarmente rigorosi, volti a garantire la massima tutela della salute dei bagnanti. La rete di monitoraggio regionale, gestita da Arpa Abruzzo, è infatti estremamente capillare: lungo i 130 chilometri di costa vengono effettuati prelievi in ben 113 punti di campionamento, pari a una media di circa un punto ogni chilometro. Il criterio adottato alla base del dato scientifico appare dunque significativamente più stringente rispetto a quello di altre regioni, come la Sicilia o la Toscana, dove i controlli avvengono mediamente ogni 2-3 chilometri di litorale.

Dall’analisi della mappatura delle aree individuate per il monitoraggio, inoltre, appare di tutta evidenza come molti dei punti siano prospicienti fossi, foci, fiumi e torrenti, luoghi dove le fonti di pressione di inquinanti microbiologici sono ovviamente più elevate. Le percentuali più elevate di costa “eccellente” si trovano in Puglia (99,7%), Friuli-Venezia Giulia (99,6%), Sardegna (98,7%). In termini assoluti, le regioni con più chilometri di costa di qualità “eccellente” sono Sardegna (1.391 km), Puglia (880 km), Calabria (621 km).

Anche dal raffronto con gli anni precedenti, si conferma un trend in crescita della qualità delle acque di balneazione costiere italiane. La percentuale di litorale classificato in qualità “eccellente” è stata del 95,5% nel 2023, del 95,6% nel 2024 e del 95,7% nel 2025, evidenziando un lieve ma costante miglioramento. Al contrario, la quota di costa in classe “scarsa” si è mantenuta stabile allo 0,8% nel 2023 e nel 2024, scendendo allo 0,7% quest’anno.

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