Presente in collegamento anche l’ex ministro Mara Carfagna: “L’impegno contro la violenza non ha colore politico”
TERAMO – Un confronto a tutto tondo quello che si è svolto all’Università di Teramo per “Politiche pari opportunità. Discriminazioni – Diritti – Violenza di genere” organizzata dalla Commissione pari opportunità della Provincia in collaborazione con l’Università di Teramo. Questa mattina, da remoto, sono intervenuti fra gli altri il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari; Mara Carfagna ex Ministro promotrice della legge sullo stalker, l’assessore regionale Tiziana Magnacca.
A loro, referenti di Istituzioni regionali e nazionali, saranno consegnate le proposte, in ambito giuridico, sociale e sanitario, economico, del lavoro, dell’informazione e della formazione, che questa mattina sono state illustrate dalle coordinatrici dei gruppi di lavoro, gruppi che hanno visto lavorare fianco a fianco accademici, associazioni, professionisti. La sintesi l’ha fatta il consigliere regionale Emiliano Di Matteo delegato dell’assessore regionale alle politiche sociali, Roberto Santangelo: “Le tante voci da tutta Italia dimostrano la validità di questa iniziativa”.
Come ricordato dalla delegata dal Rettore, Anna Ciammariconi nel suo intervento introduttivo, si è trattato di “una formula con i contributi di tutta la filiera, fra chi opera sul campo a chi studia il fenomeno”. “L’impegno contro la violenza di genere – ha sottolineano Mara Carfagna nel suo intervento – non ha colore politico, non è di destra né di sinistra, va oltre ogni appartenenza religiosa è una lotta per la democrazia, per una società giusta, è un impegno che ci assumiamo a favore di tutti. Va affrontato in maniera trasversale perché interroga tutti noi ogni volta che una donna viene uccisa”.
“Cosa non stiamo facendo?”, è la domanda posta dal presidente della Provincia, Camillo D’Angelo, una domanda ricorrente in una giornata segnata dal femminicidio di Afragola, che ha sconvolto per la brutalità e la giovane età della vittima e dell’assassino, mentre i dati del Ministero ci raccontano che è aumentato del 54% il numero dei detenuti in età minore.
Una domanda che trova risposte, almeno alcune, nelle proposte cristallizzate dai tavoli di lavoro e che, sottolinea la presidente Erika Angelini, “presenteremo presto anche all’opinione pubblica, oltre che a tutti i referenti regionali e parlamentari, perché sono articolate e molto centrate rispetto alle criticità esaminate nella due giorni di lavoro all’Università: la violenza di genere ma anche i modelli nei luoghi di lavoro; il sostegno ai ruoli genitoriali e familiari, servizi specificatamente dedicati all’interno del percorso scolastico; riserve di posti di lavoro alle vittime di violenza, adeguata formazione dei magistrati; l’introduzione di altre figure specialistiche nei Centri antiviolenza, il ruolo del linguaggio e dell’informazione solo per citare alcuni degli ambiti sui quali avanziamo proposte operative e concrete”.
Per la prima volta c’è uno stanziamento regionale di 4 milioni del Fondo sociale europeo a favore dei Centri Antiviolenza: uno snodo molto sensibile perché i Centri non sono considerati servizi essenziali, ma vivono di progetti che devono essere riproposti ogni anno e non hanno uno stanziamento fisso dedicato.
All’incontro presenti anche la Presidente della Camera di Commercio Gran Sasso, Antonella Ballone, il vescovo Lorenzo Leuzzi, il prefetto Fabrizio Stelo che ha espresso le preoccupazioni per le radici di un disagio sociale che sconfina nella violenza, verbale e fisica, come se la crescita cognitiva non andasse più di pari paso con la crescita etica ed emotiva.