Medicina territoriale in Abruzzo, la Fimmg: “Sistema al collasso, la Regione è assente”

28 Maggio 2025
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I medici della FIMMG Abruzzo lanciano l’allarme: condizioni di lavoro insostenibili e indifferenza della Regione stanno portando la sanità territoriale al collasso, con gravi ricadute sulla salute dei cittadini

PESCARA – La medicina territoriale è ormai al collasso, schiacciata da anni di ritardi, tagli e scelte politiche inadeguate. È l’allarme lanciato dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) Abruzzo, durante una conferenza stampa dedicata alle criticità del sistema sanitario regionale. Nel mirino del sindacato c’è soprattutto la “sostanziale indifferenza” con cui la Regione affronta i temi legati all’erogazione dei servizi essenziali.

Il punto della situazione è stato fatto stamattina nel palazzo della Provincia a Pescara, con la partecipazione del segretario regionale Fimmg Mauro Petrucci, del segretario Fimmg Continuità Assistenziale Sandro Campanelli, e dei segretari provinciali di Chieti, L’Aquila e Teramo. «Il nostro sistema è in netto ritardo rispetto alle trasformazioni richieste dal PNRR e dal DM77», ha dichiarato Petrucci, sottolineando come l’ultimo accordo integrativo regionale risalga addirittura al 2006. «Nonostante le nostre richieste di calendarizzazione, la Regione continua a rimandare per motivi di bilancio. Ma i problemi si riflettono direttamente sui cittadini, che si vedono costretti a pagare esami e visite specialistiche privatamente», ha aggiunto. Altro annoso problema riguarda la crescente burocrazia, che costringe i dottori a trasformarsi «in controllori della spesa anziché in medici».

Tra i temi più caldi c’è anche quello delle indennità di rischio percepite dal 2006 al 2017 e poi sospese. «Non solo non ci sono più state riconosciute, ma ora ci chiedono di restituirle, parliamo di cifre fino a 80 mila euro per medico», ha spiegato Campanelli. Nonostante la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo abbia stabilito che non è lecito chiedere il rimborso di somme percepite in buona fede, la Regione – in particolare l’ASL di Pescara – ha proseguito nella richiesta. Un primo emendamento presentato dall’onorevole Nazario Pagano, seguito da un secondo, avrebbe dovuto chiudere la questione, ma tutto è ancora fermo.

A completare il quadro, l’analisi dello stato della sanità territoriale nel pescarese, dove la situazione è aggravata dalla totale assenza di strutture di prossimità AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie), che nonostante la riforma Balduzzi del 2011, in Abruzzo non sono mai diventate operative. «Il cittadino non trovando risposte si riversa nei Pronto Soccorso», ha osservato Campanelli. I bandi per i medici di base vanno deserti non per mancanza di professionisti, ma per la scarsa attrattività della professione, priva di riconoscimenti e schiacciata da carichi amministrativi crescenti.

«La medicina generale è trattata come un bancomat per ricette, non come presidio di salute pubblica», ha sottolineato la Fimmg, denunciando anche la digitalizzazione rallentata e l’assenza di una visione strategica. «Serve una scelta politica netta: o si rilancia davvero la sanità territoriale o la si condanna al declino. Noi, intanto, informeremo i cittadini», concludono spiegando che una lettera aperta ai pazienti è in via di scrittura, in cui coinvolgerli come alleati, rendendoli consapevoli della situazione e chiedendo anche il loro supporto per chiedere il rispetto del diritto alla salute.

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