Il tour nazionale per sostenere il referendum di giugno ha portato stamattina il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, anche a Pescara
PESCARA – Questa mattina il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, ha fatto tappa a Pescara nell’ambito del tour nazionale per sostenere il referendum sul lavoro, in programma l’8 e il 9 giugno. In un incontro molto partecipato, Landini ha ribadito con forza la necessità di restituire centralità ai diritti dei lavoratori e ha lanciato un appello alla mobilitazione democratica, attraverso lo slogan “il voto è la nostra rivolta”. In questa occasione Landini ha incontrato lavoratori, delegati e iscritti CGIL, portando avanti il messaggio chiaro, che «cambiare è possibile, ma solo partecipando».
Il leader sindacale ha sottolineato come la partecipazione al voto sia oggi più che mai un atto fondamentale di democrazia: «Votare significa estendere i diritti nel mondo del lavoro, combattere la precarietà, garantire sicurezza e dignità. È un passo avanti per il nostro Paese e un modo per rimettere in discussione leggi che in 25 anni hanno peggiorato salari e condizioni, in particolare per i giovani». Landini ha ribadito la necessità di rimettere al centro la persona e la dignità del lavoro, specificando come la precarietà non consenta la libertà, «Non sei libero se sei precario, se non arrivi a fine mese, se non puoi curarti o studiare, se lavori, paghi le tasse ma non hai diritto alla cittadinanza. Vogliamo un Paese in cui la libertà sia reale, non solo di mercato, ma delle persone».
Parole dure anche contro l’atteggiamento del governo, accusato di scoraggiare la partecipazione referendaria. «Invitare a non votare – ha detto Landini – è un errore politico grave, oltre che un segnale pericoloso sul piano democratico. Il Presidente della Repubblica, per il 25 aprile, ci ha ricordato che il voto e la partecipazione politica sono la base della nostra libertà. L’astensione è la malattia della democrazia e apre la strada a derive autoritarie». Poi Landini ha precisato che il referendum promosso non è a favore di un partito o contro un governo, ma è uno strumento per restituire diritti a chi non li ha: «Chi invita a non andare a votare, cosa ci sta dicendo? Che va bene la precarietà? Che è accettabile morire sul lavoro? Noi diciamo di no. Questa è una battaglia per una libertà vera, non quella del profitto, ma delle persone». Sul fronte referendario, Landini si è detto fiducioso, «il quorum è raggiungibile. Il referendum non è un’elezione: non si vota per essere rappresentati, si vota per decidere. L’8 e il 9 giugno tutti i cittadini possono diventare Parlamento per un giorno».
A Pescara, il segretario CGIL ha anche parlato delle difficoltà del mondo del lavoro in Abruzzo: «È una situazione complessa, servono politiche industriali forti nei settori strategici come l’automotive, la mobilità e la siderurgia. Ma oggi assistiamo all’aumento dei profitti e al calo di salari e investimenti. Un modello che va cambiato».