La comunità di Isola del Gran Sasso, gli amici e i parenti si sono stretti nel dolore per quel ragazzo ritrovato tragicamente senza vita in un lago di Corropoli
ISOLA DEL GRAN SASSO – Una chiesa gremita, un silenzio carico di dolore e una comunità ancora sconvolta da una morte che non trova spiegazioni. Nel Santuario di San Gabriele, a Isola del Gran Sasso, si sono tenuti nel pomeriggio i funerali di Martino Caldarelli, il 48enne scomparso lo scorso 11 aprile e ritrovato cadavere pochi giorni dopo in un laghetto nella zona di Corropoli. Un commiato composto e partecipato, con oltre un migliaio di persone che si sono strette attorno ai familiari per dare l’ultimo saluto a quello che per loro era un amico, un parente, un dj apprezzato.
Una vita spezzata per mano di una coppia, Andrea Cardelli e Alessia Di Pancrazio, attualmente detenuti nel carcere di Castrogno. Una vicenda che ha avuto origine da un piano premeditato: i due hanno adescato Caldarelli con la scusa di un incontro che celava l’obiettivo di rapinarlo. Ma l’episodio si è poi trasformato in tragedia.
Il corpo è stato ritrovato legato a un tronco, in fondo a un laghetto. L’autopsia ha rivelato oltre dieci coltellate, una delle quali letale alla giugulare, e un colpo alla nuca sferrato con una pala. Dopo il delitto, i due avrebbero cercato di simulare che la vittima fosse ancora viva, utilizzando la sua auto per muoversi sul territorio. Un tentativo di depistaggio, proseguito con la riverniciatura del veicolo e infine con la sua distruzione, dandolo alle fiamme. I carabinieri sono riusciti tuttavia a risalire all’identità del mezzo, ricostruendo il numero di telaio e accertando che si trattava dell’auto di Caldarelli.
Ora gli investigatori attendono che si delinei in modo definitivo l’intera dinamica dell’accaduto. Le indagini proseguono, soprattutto con l’obiettivo di trovare l’arma del delitto, il coltello e la pala, mentre la comunità fa i conti con un dolore che lascia poco spazio alle parole.