Cure palliative, in Abruzzo un piano triennale per il potenziamento

17 Febbraio 2025
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L’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, replica alle opposizioni sul disavanzo della Sanità abruzzese

La Regione Abruzzo ha approvato un piano triennale per il potenziamento delle cure palliative per adulti e bambini. L’obiettivo è intercettare tempestivamente i bisogni dei pazienti, migliorare la qualità della vita e garantire un adeguato sostegno a malati e famiglie

PESCARA – Dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale a fine 2024, prende il via il piano per il potenziamento delle cure palliative in età adulta e pediatrica per il triennio 2024-2026.

Le cure palliative sono rivolte a pazienti di tutte le età e non sono esclusive della fase terminale della malattia. Possono essere affiancate alle cure attive sin dalle prime fasi di una malattia cronico-degenerativa per controllare i sintomi, prevenire o attenuare il declino funzionale.

Un approccio incluso anche nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definisce e aggiorna i livelli essenziali di assistenza (LEA), estendendo le cure palliative alle fasi precoci della malattia incurabile con evoluzione sfavorevole.

Il Piano regionale di potenziamento delle cure palliative (adulto e pediatrico) per il triennio 2024-2026 prevede l’implementazione delle cure palliative attraverso l’aumento delle prese in carico domiciliari di base, specialistiche e residenziali per adulti e bambini.

“Uno degli obiettivi del Piano di Potenziamento per il 2025 è l’aggiornamento delle Linee guida regionali ‘Le cure palliative e la terapia del dolore nel bambino'”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì. “Il nostro impegno è intercettare tempestivamente i bisogni di cure palliative alla comparsa dei primi segni e sintomi specifici, evitando segnalazioni tardive. Negli ultimi anni, in Abruzzo è aumentato il numero di minori con necessità di sostegno intensivo a causa di malattie inguaribili. Abbiamo preparato un cronoprogramma che prevede la massima diffusione della conoscenza del problema tra i cittadini, la formazione di nuovo personale e il monitoraggio capillare. Cerchiamo di garantire al malato terminale il passaggio dall’ospedale al domicilio, ai bambini cure palliative e terapia del dolore, e un apposito percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il paziente oncologico con dolore non in fase avanzata di malattia”.

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